La Razza piemontese
La Piemontese è una tra le principali razze da carne italiane. L’ultimo standard di razza è datato 1977 ed il libro genealogico è tenuto e custodito dall’Anaborapi.
La Piemontese non è nata, a differenza di alcune altre, da manipolazioni sul patrimonio genetico e la sua origine vari cercata addirittura nell’era quaternaria. Infatti, proprio nel periodo Pleistocenico inizia la storia di questa pregiata razza da carne, nata da un intrappolamento di un tipo di bovino Aurochs tra le Alpi e gli Appennini. Il passaggio verso Est di questi animali era impedito da un territorio acquitrinoso e paludoso che si estendeva dalla bassa valle del fiume Tana rosino alla Dora Baltea: pressappoco, l’odierno Piemonte.
La razza presenta una buona adattabilità all’allevamento in zone altimetriche diverse, dalla pianura ai pascoli d’alta quota. Da ciò deriva anche un’elevata longevità, superiore a quella riscontrata in altre razze bovine. La caratteristica principale della Piemontese è l’elevata resa al macello che supera, in alcuni casi, il 70%, dalla quale si ottiene una carne magra, povera di tendini e di grasso, sapida e gustosa.
La fine ossatura consente, inoltre, un maggior numero di tagli pregiati rispetto ad altre razze di mole superiore. Anche la Piemontese, come tutte le razze autoctone, necessita di un allevamento compatibile con il territorio.
La rinascita
Dopo diversi decenni difficili, in cui si è registrata una forte diminuzione del numero di capi, attualmente c’è un’importante inversione di tendenza che vede il numero dei capi in leggero aumento. Va sottolineato infatti che, secondo le regole della genetica, al di sotto di un certo numero di capi una razza può essere definita a tutti gli effetti in via d’estinzione.
Gli allevamenti della Granda sono tutti a conduzione familiare e in tutti è presente la linea vacca-vitello, ovvero ogni capo di bestiame nasce e viene allevato in azienda.